lunedì 8 maggio 2017

Per il Buon Pastore tutte le pecore sono uguali

… anche quelle nere!
Inizio maggio 2017, un grande dubbio mi tormenta: dare una mano sul circuito di Monza a Eliud, Lesisa e Zersenay, accogliendo l'invito della Nike per cercare di abbattere il muro delle due ore in maratona, oppure andare a Fano dall'amico Annibale e correre per l'ennesima volta la ColleMar-athon. Rinuncio al lauto ingaggio che la multinazionale americana mi aveva proposto e prendo il treno per quel di Fano: non posso certo rinunciare a partecipare alla “ColleMar-Ahon”, la maratona dei Valori, quelli con la “V” maiuscola!
E poi, pensandoci bene, io ho sempre corso con scarpe di marca ASICS. Vorrà dire che quando anche questa industria deciderà di investire nel progetto per abbattere il muro delle due ore darò la mia disponibilità, ma deve fare presto: non sono più un giovincello ed il tempo sta per … finire! Mentre sono in viaggio leggo che il tentativo di abbattere il muro delle due ore non è riuscito, anche se è stata migliorata la miglior prestazione portandola a 2h00'25”, rispetto alla precedente di 2h02'57”. Con il mio aiuto l'esito poteva forse essere diverso? Questo non è dato saperlo!
Sabato, di primo mattino (poteva essere diversamente?), ci rechiamo al centro Maratona per il ritiro del pettorale di gara. Consegna
Bergamaschi
rapida... beh, non c'è ancora nessuno. Qui il vero spirito della maratona inizia a prendere corpo. “Solidarietà”. Oggi e domani qui sarà festa, ma non ci si può dimenticare di chi alla festa non parteciperà, gli amici che hanno avuto grossi danni dal terremoto. Ecco, ci viene proposto l'acquisto dei biglietti di una lotteria. Io sono molto diffidente in questo genere di iniziative, e fatti recenti lo dimostrano. Ma in questo caso ho la massima fiducia negli amici di Fano, tanto più che consegneranno l'intero ricavato direttamente nelle mani del sindaco di Valfornace. Facciamo, io e Massimo, un piccolo investimento in questo “valore solidale”. Sono sicuro che in tanti seguiranno l'esempio. In questa maratona non esiste un vero e proprio centro maratona come lo intendiamo noi: una fila interminabile di stand con gli sponsor alla fine della quale si trova il centro iscrizioni. Qui solo un paio di gazebo, dove i responsabili di qualche maratona cercano di vendere il loro prodotto, ma lo fanno con “Amicizia”: ti illustrano i vantaggi della loro gara con il sorriso sulle labbra, ti fanno sentire a casa e tu a casa ci torni sempre volentieri; ecco il motivo per cui quasi sicuramente sarai alla partenza della loto gara. La sera prima della gara, spesso, si tengono dei convegni su come affrontare il giorno dopo la gara, consigli e suggerimenti per far sì che le gambe siano meno dolenti all'arrivo, che il cuore sappia sopportare lo sforzo in modo adeguato, insomma si cerca di preservare il corpo dell'atleta. Troppo scontato tutto questo qui alla 
ll "Grigio" & il "Bianco"ovvero
Nord & Sud
maratona dei Valori; qui si va oltre: si pensa al bene interiore e non solo a quello corporale. “Spiritualità”, offerta dalla Santa Messa, celebrata in modo un po' fuori dalle righe, per far sì che questa occasione sia anche un luogo d'incontro per chi non è credente. Qui si è benedetto non solo il pane ed il vino, ma pure un pettorale della gara, che in questo caso è l'elemento comune per tutti gli atleti, bianchi o neri, credenti o non credenti, uomini o donne: tutti per correre la maratona devono avere indossato il pettorale di gara. Per una strana coincidenza, la liturgia della Parola faceva riferimento al Buon Pastore, che ama tutte le sue pecore, non importa quale sia la loro indole e quali i loro comportamenti; tutti sono uguali ai suoi occhi e, riferendosi alla gara del giorno dopo, il sacerdote rilevava che non importa il tempo impiegato, la velocità tenuta in gara: era la gara stessa che faceva tutti uguali. Tutti per il Buon Pastore sarebbero stati dei vincitori, in quanto la fatica e l'impegno impiegato per portare a termine la maratona avrebbero messo tutti sullo stesso pieno.
Notte da incubo quella precedente la gara: si sentivano violenti temporali, i fulmini illuminavano a giorno il mare e la pioggia battente faceva presagire una gara tutta sotto l'acqua, ma... di primo mattino tutto si quietava, un pallido sole rompeva le nubi ed il sereno incorniciava le colline intorno a Fano. Buon segno! Si vede che il cero acceso da Annibale era stato ben accetto in … Alto loco. Ecco quindi la vociante moltitudine degli atleti rompere, per un giorno, la pace del piccolo paesino di Barchi. La popolazione, per nulla disturbata da questo brusco risveglio, si affacciava alle finestre e salutava sorridente e non capiva come mai queste persone venissero a Barchi in pullman per poi tornare da dove erano partiti a piedi e per di più pagando! Eh, sì, avete proprio ragione: i maratoneti sono gente strana. Prima della partenza, tra i vari amici, mi ha fatto particolare piacere ritrovare l'amico Pasquale “coda Bianca”, rientrato da poco alla corsa. Oltre alla maratona anche i pellegrinaggi ci uniscono. Approfittiamo dei minuti prima della partenza per raccontarci i nostri ricordi e scambiarci qualche consiglio. Quest'anno non faremo gara di coppia: un problema alla schiena forse gli consiglierà addirittura di abbandonare la gara. Per fortuna non sarà così.
BOOOOM! Il colpo di cannone scatena il lungo serpentone!
Eccomi in gara e con un compagno d'eccezione: Mariolino, il “deus ex machina” del sito del Club Supermarathon: “... ma solo alla fine di quest'anno, poi
abbandono....”. In sua compagnia e quasi ultimi... i palloncini delle 5 ore sono un lontano punto all'orizzonte. Eppure non mi sembra di essere più lento del solito. Uhmmm, forse sì, infatti nelle discese pure Mariolino diventa un … puntino davanti a me. “Evabbè, oggi non è giornata” penso. Ma quando riprendo l'amico fuggitivo mi dice che sta andando forte e che è sua intenzione chiudere la gara abbondantemente sotto le cinque ore! Non siamo noi che andiamo piano, sono i pacer che vanno forte. Infatti all'ottavo chilometro sono... fermi e sono “ripresi” in tutti i sensi da Mariolino. Lasciata la collina, si vede il mare ,prima in lontananza poi sempre più vicino e quando non si vede, perché nascosto dai canneti, se ne sente il profumo. Ora l'asfalto lascia il posto ai san pietrini di cui sono lastricate le strade del centro di Fano e quando sotto i nostri piedi si sente la griglia in ferro della passeggiata dei Cesari il traguardo è dietro l'angolo. Ecco, dopo l'ultima curva la calda voce di Roberto mi incita per gli ultimi metri di questa maratona. Taglio il traguardo ed è Mauro che mi mette la medaglia al collo. “Amicizia” è il valore che ti fa di colpo scomparire tutti i dolori accumulati in 42 chilometri.

Mentre pubblico questo post, nella sezione classifiche del sito della mia società non compare ancora la classifica della maratona alla quale ho partecipato... forse è solo per il Buon Pastore che tutte le pecore sono uguali ...

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Ordine di arrivo
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Ordine di arrivo
  
- ColleMar-athon
4h 37' 27" 
 

Dettaglio mia gara


634/5 
 
    698/895
-
11/26
4h 36' 46"  
6'35" min/km 




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