domenica 21 settembre 2014

La Maratona dell'Acqua ha i pacers. Ahi, ahi, pacers!

Chi legge regolarmente i post pubblicati su questo blog che riguardano le maratone sa che non scrivo mai dei miei tempi, delle mie medie, della mia corsa in generale, in quanto credo che non siano di grande interesse per il lettori. Oggi faccio un'eccezione e capirete anche il perché.
Alla partenza della “Maratona dell'Acqua” il gregge delle Pecore Nere è al gran completo; è stata pure formalizzata l'entrata del quarto elemento: il “Mao”. Beh, con quella barbetta sembrerebbe più un caprone, ma visto che siamo buoni diamo anche a lui l'etichetta di “Pecora Nera”!
Eh, sì, il Mao... “Oggi ho un mal di schiena, non so come andrà la gara... Eh, la giornata è calda ed io soffro il caldo...”. Potrei continuare con le sue lamentele (beh, è un maratoneta e come (quasi) tutti i maratoneti... è un cadavere prima della partenza!). Volete sapere il risultato della sua gara? PRIMO di categoria, come lo scorso anno! Ricordo che lo scorso anno la vittoria gli fruttò il titolo di Campione Regionale, seppur di categoria. Ora la maglia fa bella mostra di sé nella bacheca dei ricordi più belli, bacheca più virtuale (ricordi) che materiale (in una stanza di casa sua). Bene pure le altre Pecorelle... giunte al traguardo un giorno prima di me. Ah, sì, la mia corsa, come accennavo all'inizio. Alla partenza individuo subito la presenza dei pacers: beh, i palloncini bianchi aiutano molto. Individuo pure i “miei” palloncini: quelli delle 4h 30'. Tra l'altro sono vecchie conoscenze, con le quali ho corso molte maratone... per questo credo che non si arrabbieranno leggendo questo post. Non è mia intenzione creare un caso, ma solo segnalare un problema al fine di non ripetere la stessa cosa in futuro. Ok, amici?
Bene. Partita la gara mi accodo... o meglio mi affianco ai pacers. Primi cinque chilometri regolari, anche se il passo mi sembra un po' veloce. Correndo senza cronometro non ho riferimenti precisi. Noto però che siamo troppo vicini ai pacers delle 4h 15'. Conoscendo i “miei” pacers, penso che siano gli altri ad andare ad un'andatura lenta. Primo ristoro... ecco, sono già in ritardo di un centinaio di metri; non voglio forzare, perciò continuo con il mio passo. La distanza non diminuisce ma aumenta, seppur di poco. Secondo ristoro. La distanza ora è di soli trenta metri. “Bene, ora li raggiungo”, penso...Non sarà così: il distacco aumenta notevolmente. “Sono proprio scarso, oggi …” Questo il pensiero che mi frulla in testa. Ok, nessun problema, via così fino all'arrivo! Il tracciato, sul lungolago tutto curve e senza vegetazione ai bordi, consente di osservare la fila dei concorrenti che sono avanti anche qualche centinaio di metri... il distacco tra i pacers (4h 15' & 4h30') verso il 17° chilometro è minimo. Mezza maratona: è possibile vedere un tratto di strada di circa 500 metri. Non vedo palloncini. Transito in 2h 12' e pochi secondi! Ehhhh?... sotto le 2h15', come è possibile? È possibile se i pacers sono... un po' “velocini”... (non so neppure se il termine è esatto, ma rende bene l'idea!). Ricordo che il ruolo dei pacers non è quello di terminare la gara con il tempo indicato: arrivare in 4 ore al 41° chilometro, sosta al bar... aperitivo... noccioline e infine passare sotto il cronometro d'arrivo con il tempo di 4h 30' 00”, ma di correre, o meglio far correre chi segue, con una velocità costante che consenta di terminare la maratona in 4h 30' 00”, o in un tempo molto vicino.
 
Pecore Nere al completo:
"Sir Marathon", "Lo Zio", "The PaceMaker" & "Mao"
ovvero
Fausto, Fausto, Ferdinando e Dario
 
Cosa che oggi i pacers delle 4h 30' non hanno fatto. Non so quale sia stato il comportamento degli altri pacers; credo che abbiano fatto il loro “dovere”. Ripeto, nessun problema da parte mia verso gli amici “palloncini”... ma tanto per la precisione! Lasciata l'attenzione per i palloncini... ho notato una cosa strana. Per una casualità il 16° chilometro della gara odierna era esattamente nello stesso punto del 16° chilometro della “Sarnico-Lovere”. Beh, fin qui nulla da obiettare... casualità! Ok, ma perché allora il 28° chilometro della “Maratona dell'acqua” era spostato di circa 100-150 metri rispetto al 4° chilometro della “Sarnico Lovere”? Non ho corso questa gara, ma chi lo ha fatto ha dichiarato che il percorso è lo stesso... solo in senso contrario! Credo che i giudici debbano essere più attenti. Già, i Giudici FIDAL. Oggi non ne ho visto nessuno! E sì che le cose da “giudicare”, oggi, erano molte: concorrenti a torso nudo, concorrenti con le cuffiette... o queste cose si sanzionano solo in una calda estate a 2000 metri di altezza ed in gare con pochi concorrenti? (vedi) Ampio spazio di replica su questo blog. Tra i vari gadget dati alla partenze oggi vi era pure una spugna... come alla MilanoCityMarathon. Quindi la gara meneghina, come la gara bresciano-bergamasca? No, no … qui agli spugnaggi c'erano spugne in abbondanza ed acqua a cascate!. Non certo come gli spugnaggi della già citata maratona (vedi).

Dimenticavo... qui ho pagato solo 20 €... con pacco gara!
Ora basta lamentele... non lamentele: precisazioni e segnalazioni!
Era la prima volta che correvo questa maratona: percorso abbastanza impegnativo, con molti saliscendi sul lungo lago, ma tutto sommato suggestivo. Il panorama variava tra stupendi scorci del lago d'Iseo, con le coltivazioni degli ulivi, nella prima parte, mentre nella seconda con le stupende colline bresciane e i filari di viti disposti come tanti soldatini.
A questo aggiungete la cordialità degli amici bresciani, sia sul percorso che all'arrivo ed avrete validi motivi per essere qui il prossimo anno. Le rivalità tra Bresciani e Bergamaschi lasciamole ad altri sport, nel nostro solo amicizia e … sudore!



1 commento:

  1. Ciao Fausto, grande amico mio, grazie per avermi tirato in mezzo come diretto interessato per il "Processo ai Pacer" dell'ultima Maratona dell'acqua.
    Hai perfettamente ragione nel puntualizzare il nostro anticipo al ventunesimo km, ma credimi, consapevole del fatto che tutto il percorso sarebbe stato esposto al sole e senza la brezza tipica della sponda bergamasca del lago, ho volontariamente cercato di immagazzinare qualche minuto da spendere nell'ultima parte.
    L'organizzazione aveva messo a disposizione anche la stampata dei tempi ufficiali, ma ho agito d'istinto e di questo me ne scuso.
    Quando ho accettato l'incarico, pensavo di unire la mia passione per la corsa e nello stesso tempo fare qualcosa di bello per gli altri, ma matematicamente parlando ho sbagliato.
    Ancora chiedo scusa se qualcuno si è bruciato inseguendomi ma non era nei nostri obiettivi. Sarò ancora a disposizione dell'organizzazione per le maratone prossime, riconfermando l'impegno ad essere meno volubile ma non posso garantire il risultato perfetto; si sa la maratona è una gara dura, la crisi arriva proprio quando non ce la fai più e il tempo finale lo vedi quando tagli il traguardo.
    Spero che il tuo 4h 58 minuti e rotti non sia solo colpa mia e chiudo con un abbraccio che parte dal cuore Sandro Boglioni

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