mercoledì 1 novembre 2017

Aumentata l'altezza del Monte Canto!

Domenica scorsa, come ogni ultima domenica di ottobre, in programma a Terno d'Isola una delle più vecchie e più impegnative non competitive che si disputano in provincia di Bergamo: la “Teremotata”, giunta quest'anno alla 40a edizione. Per uno che come me non ama correre in salita essere presente a questa gara è già un “merito”; essere costantemente presente alle ultime cinque edizioni è quasi una “pazzia”! Non mi ricordavo quest'ultimo particolare, ma deve essere senz'altro vero, considerato che ci sono le testimonianze dei post scritti negli anni precedenti. Ho iniziato a partecipare a questa gara fin dalle prime edizioni e nell'arco degli anni i tracciati sono cambiati, il che ha dato modo di far scoprire ai partecipanti tutti gli scorci delle valli attraversate: boschi rigogliosi, dove il castagno la fa da padrone, paesini antichi che sembrano presepi in miniatura, luoghi della fede e mete di pellegrinaggi, ma... soprattutto salite dolci (?) e discese ripide!

Come sempre però chi organizza ha dato ad ogni partecipante un menù dal quale scegliere la sua cena: “50, 32, 24, 15, 8 & 5 chilometri”. C'è chi si è abbuffato con la 50; chi ha scelto il menù più leggero dei 32 chilometri; chi un pasto normale di soli 24; chi ha degustato solo il piatto dei 15 ed infine chi ha optato o per il piatto leggero di 8 chilometri o solo per l'aperitivo di 5 chilometri. Una cosa è certa: tutti alla fine si sono alzati soddisfatti dalla tavola. Soddisfatti, non solo per quello che hanno “degustato”, ma anche per il servizio offerto dai Teremocc de Teren, ottimo come sempre, che non ha deluso nessuno dei commensali. Non mi dilungo a descrivere pregi e difetti della gara di cui mi sono già ampiamente occupato gli scorsi anni (al termine del post troverete i link). Unica eccezione è la località di partenza e arrivo che è stata spostata nella zona degli impianti sportivi e che ha favorito la possibilità di parcheggio ed una più ampia zona di sosta post-gara. Rileggendo i commenti scritti negli anni scorsi, mi sono accorto che ho corso questa gara sempre con amici della mia società. Con Virgilio, in una giornata di pioggia e discorrendo sulla raccolta dei funghi; con Giancarlo, supportandoci a vicenda e parlando dei nipotini, così che siamo arrivati a fine gara quasi senza accorgercene; con Giuliano, che con il suo passo veloce dava il ritmo alla mia corsa lenta; con Fausto, ottimo conoscitore della zona, che “raccontava” i luoghi che stavamo attraversando. Quest'anno però non ho trovato compagni di squadra con cui condividere la fatica ed il buon Fausto, nonostante il mal di schiena, è giunto con mezz'ora di vantaggio sul traguardo. Nessun problema: correre (beh, si fa per dire) da solo offre la possibilità di pensare e di notare cose che correndo con altri non si notano o passano in secondo piano. Quello che ho notato quest'anno è che l'altezza del Monte Canto è aumentata! Eh, sì, l'altezza dei monti varia con il passare degli anni (vedi), per cui molti dati indicati nelle enciclopedie cartacee sono da rivedere. Per la verità le variazioni sono nell'ordine di pochi centimetri o addirittura di alcuni millimetri; a me invece l'altezza del monte Canto sembrava aumentata, giunto alla sua sommità, di parecchie decine di metri. Chiesto informazioni ad alcuni valligiani di passaggio, intenti a cercare funghi e a raccogliere castagne, mi hanno detto che per loro l'altezza era rimasta sempre uguale.
A questo punto mi sorge un terribile dubbio: vuoi vedere che se l'altezza è rimasta sempre uguale ad aumentare sono solo i miei anni e … la fatica di fare le salite?
L'anno prossimo spero di svelarvi il segreto!




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