martedì 25 aprile 2017

25 aprile: scende la pioggia, sale la nebbia...

… eppur si deve ricordare.
No, no le scarpe non sono rotte, anzi sono di quelle che anche sotto un violento temporale tengono il piede all'asciutto.
Anche oggi, 25 aprile, io e Rossana vogliamo tenere vivo il ricordo della giornata della Liberazione. Come sempre il nostro è un piccolo gesto, nulla di eclatante: oggi abbiamo deciso di percorrere il Sentiero del Partigiano Angelo Gotti, che partendo Clanezzo si snoda lungo le pendici del monte Ubione fino a raggiungere la cascina Como. Il sentiero è segnato dal segnavia CAI 571. Questo tracciato è quello del sentiero “ufficiale”. Noi abbiamo deciso per un percorso circolare, più lungo, che partendo da Bedulita raggiunge Clanezzo lungo la ciclabile da qui abbiamo seguito il sentiero fino al luogo dove Angelo fu prima torturato e poi giustiziato. Ritorno a Bedulita passando per Mortesina.

La scelta di questo itinerario non è stata casuale. Angelo militava in una formazione partigiane delle Fiamme Verdi di ispirazione cattolica; in particolare, la sua formazione “Valbrembo” era stata costituita da don Antonio Milesi, nome di battaglia “Demi”, curato a quel tempo dell'oratorio di Villa d'Almè. La Brigata, con zona operativa in Valle Imagna, Val Taleggio e Val Brembana, era inquadrata nelle Fiamme Verdi Fratelli Calvi. Come potete osservare, molto distante dalle idee delle Brigate Garibaldi, ma in comune avevamo un ideale di libertà per il quale hanno lottato. So già che stasera le cronache riporteranno la notizia che in qualche città si sono svolte manifestazioni dove partigiani non vogliono che partecipino altri partigiani, ma riflettendo bene noto che sono “partigiani di oggi”, non certo “partigiani di ieri”, quelli che hanno condiviso sui monti e nelle pianure italiane sofferenze ed in molti casi hanno dato la propria vita, TUTTI per un unico ideale di LIBERTÀ.

Partiti sotto una pioggia battente, piano piano la pioggia si è fatta più sottile fino a cessare, verso metà percorso, definitivamente. Giunti sul luogo dell'eccidio, si può ancora notare la pianta presso la quale fu fucilato con i segni delle pallottole. Particolare interessante è che la pianta è tutt'ora viva, come a significare che le idee, le buone idee di Angelo, ancora oggi vivono.

 
 
 
 


Per i morti della resistenza
Qui vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti li avessero aperti
per sempre alla luce.
(G. Ungaretti)








In ricordo del Caposquadra “Tito”, 78a Brigata Garibaldi, distaccamento “Devic”  ...   mio padre!



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