lunedì 13 febbraio 2017

L'atleta incontra il pellegrino

Ormai sono diversi anni che “santifico” la domenica con la corsa. Nei recenti anni scorsi era quasi sempre una maratona il piatto forte della domenica, un piatto quasi obbligato: ... giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa e domenica … maratona! Ma non tutte le gare mi danno la sensazione solo della corsa. Ci sono percorsi che per vari motivi hanno risvolti che spesso richiamano alla mente ed in parte me ne fanno “rivivere” altre. Molte volte la corsa domenicale offre come sensazione l'amicizia, dandomi la possibilità di correre affiancato ad un amico con cui per vari motivi si erano persi i contatti, etc. etc. (sono sicuro che avete compreso il senso del discorso).
Domenica si correva a Calusco d'Adda, non la classica ed ormai abbandonata “La Caluschese”, ma un'inedita, almeno per me, “Strabianca Run”,giunta alla terza edizione ed organizzata dal GS Le Lumache della Bianca. Analizzando il tracciato della gara, si nota una sintonia con la vecchia gara; infatti il percorso ricalca quello “antico”, soprattutto nella parte iniziale e finale della gara.
 Come non ricordare la ripida salita che dalla riva del fiume Adda riporta in alla quota di Calusco, passando sotto il ponte San Michele o ponte Rothlisberger, un ponte ad arco in ferro a traffico misto ferroviario-stradale (se volete maggiori dettagli sul ponte – vedi-). Il voler ammirare l'imponente struttura offre un'ottima scusa per camminare lungo la salita, ma in effetti la pendenza elevata fa sì che ieri siano stati pochi gli atleti che hanno corso per l'intero tratto.
Partito in compagnia delle Pecore Nere, Fausto e Ferdinando, in veste di “atleta”, cioè impegnato a non farmi staccare subito in partenza, cosa che mi è riuscita per circa 800 metri, dopo pochi minuti mi sono ritrovato a correre in solitudine... in mezzo a molte persone partite prima, che camminavano e che superavo (eh sì, capita pure a me di lasciare alle spalle qualcuno) e ad atleti partiti dopo di me che mi superavano con passo veloce. Ma ecco il tracciato di gara ora passa per Solza e di colpo mi ritrovo in altra veste: quella del “pellegrino”. Infatti è a Solza, da Elisabetta, che ritiriamo sempre le credenziali per i nostri pellegrinaggi. La mente ora non è più quella di un atleta, ma quella del pellegrino ed al tracciato di gara si sovrappongono i sentieri dei pellegrinaggi. Ecco le ripide salite, il continuo saliscendi lungo il fiume Adda che richiamano alla mente le salite lungo le scogliere della prima parte del Cammino del Nord. I tratti con leggere salite nei boschi ricordano le colline che separano la Toscana dal Lazio, mentre i tratti in pianura tra campi ora incolti ricordano la parte centrale del più classico percorso verso Santiago di Compostela! Mentre sono preso da questi pensieri mi ritrovo davanti un vero pellegrino: Renzo, oggi in veste di vigile. Quale migliore occasione per riprendere fiato? Chiedo informazioni sul Cammino Portoghese, che lui ha percorso due anni fa. Sento un breve racconto della sua Via Francigena, che ha percorso lo scorso anno. Mi racconta di alcuni problemi fisici che forse non gli permetteranno di fare nessun cammino quest'anno. Lo lascio con il classico saluto pellegrino: “Buen camino!” e mi auguro che possa anche quest'anno
avere qualche cammino di cui parlare. Riprendo a corricchiare, quando sento una voce alle mie spalle: “Dai, forza, Sir, non mollare!”. È Claudio (il “Barbetta” per i Fo di Pè, il suo gruppo, dove è quasi obbligatorio chiamarsi per il soprannome). Come Superman cambio, senza entrare in una cabina telefonica, il costume: da pellegrino di nuovo ad atleta! Conto sul suo aiuto per raggiungere Fausto che ora vedo davanti a me poche centinaia di metri. Rallenta per … tre metri e quindi riprende la sua andatura; dopo pochi secondi lui è già in cima alla salita ed io arranco ancora in fondo! Bell'aiuto, “Barbetta”, proporrò ai tuoi di cambiarti il nome in “Simpatico Bastardo”. Evabbè, così va la vita! All'arrivo vedo sempre più sorridente Giacomo; è noto che oggi ha corso senza nessuna stampella e non posso fare a meno di pensare che a Romano aveva fatto la gara con due stampelle, domenica scorsa a Boltiere ne aveva utilizzata solo una, mentre oggi, come dicevo, nessuna. Un dubbio mi assale: Giacomo domenica prossima correrà con una sola gamba?

Ad ogni buon conto: bentornato, Giacomo!

"Sir Marathon", "Simpatico Bastardo"... ooops "Barbetta", "lo Zio" & "Birra Media"
 
 
 
 

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