domenica 1 gennaio 2017

L'età avanza, la gamba è stanca

… ma sul parco non sventola bandiera bianca! Prendo a prestito lo spunto dalla famosa poesia “L'ultima ora di Venezia” di Arnaldo Fusinato, nella quale esprime tutto il suo sconforto per la caduta in mani nemiche della città. Modifico non solo le parole, come ovvio, ma inverto pure il senso: non sconforto, ma speranza. Anche quest'anno infatti si è svolto “l'antico rito Runners Bergamo” della corsa sull'anello del Parco Callioni, in frazione Roncola di Treviolo. Negli anni passati molti erano i Runners presenti; piano piano questa tradizione è stata quasi dimenticata. Poteva forse Sir Marathon, che dell'anello del parco ha fatto quasi una seconda casa, non rispettare la tradizione?
Certo che no!
Per la verità quest'anno la tentazione di stare ancora qualche minuto sotto le coperte è stata forte, complici le gambe indolenzite per la corsa di ieri, la Presezzo – Roncola – Presezzo, gara che per la prima volta mi ha visto in cima alla Roncola.

La fredda temperatura, -1° alle ore nove, non invogliava certo e lasciare il caldo tepore offerto dalle calde coperte. Ma una limpida giornata di sole ha fatto sì che le ultime esitazioni fossero superate e quindi via di corsa, si fa per dire, verso la ciclabile del Parco Callioni. Mentre la distanza diminuiva mi sono sentito come il soldato giapponese Shigeyuki Hashimoto, ultimo ad arrendersi dopo circa quattro decenni dalla fine della seconda guerra mondiale. Come soldato non voleva arrendersi, come soldato voleva mantenere alto l'onore del Giappone.
Questo perché, nonostante precise assicurazioni da parte di alcuni Runners di essere presenti “... l'anno prossimo”, ero certo di essere “l'ultimo rimasto!
Giunto sul circuito, fatti pochi metri, la sorpresa, la bella sorpresa. Ecco correre in senso contrario Pietro, venuto oggi qui, non per sbaglio, ma con il preciso intento di mantenere la tradizione. Naturalmente la cosa mi ha fatto un enorme piacere. Correre in compagnia, ma soprattutto chiacchierare, ha fatto sì che per qualche istante tutti i mali scomparissero, il che mi ha permesso di percorrere qualche giro. L'argomento principale della conversazione è stato il ricordo di Franco. Se la mia conoscenza era molto superficiale, quella di Pietro era molto più di una conoscenza, era una profonda amicizia che durava da qualche decennio. Mi ha raccontato alcuni aneddoti dell'uomo Franco, tralasciando del tutto il lato sportivo, ma sottolineando il carattere sempre aperto e gioviale e soprattutto il rispetto che Franco aveva non solo per gli amici, ma anche per gli avversari. Si sono spese parole “serene” che mi hanno confermato l'idea sulla persona che mi ero fatto.
Sulla via del ritorno mi sono detto che il prossimo anno, forse, saranno molti di più i Runners che vorranno tenere aperta la tradizione. Quest'anno la partecipazione è stata del 100% maggiore rispetto allo scorso anno!

Un augurio di un sereno 2017 a tutti …



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