lunedì 1 febbraio 2016

100 passi … per ricordare!

Ieri ho corso per la terza volta la gara non competitiva che si è disputata a Romano di Lombardia, la sesta edizione della “Marcia per la vita – 100 passi”, organizzata dalla cooperativa sociale Gasparina di sopra (vedi). Per la terza volta lo svolgimento ha avuto lo stesso copione, strano ma vero! Non lo ricordavo, ma leggendo i post scritti gli scorsi anni mi sono reso conto che avrei potuto copiarne uno pari pari e si sarebbe adattato alla perfezione anche per la camminata di ieri. Vi invito a rileggerli, ma per i più frettolosi faccio un breve riassunto: al via siamo sempre io, Dario e Fausto. Dopo poco Fausto si allontana e rimaniamo soli io e Dario... uhmmm, soli si fa per dire: a tenerci compagnia abbiamo i nostri dolori. Per la verità ieri io alla partenza non avevo particolari problemi. Dario aveva un dolore al tallone. Strano dolore! Passava, col passare dei chilometri, dal piede destro a quello sinistro e viceversa! Alla fine, sarà forse per la suggestione, anche io lamentavo un piccolo dolore al tallone sinistro. Vuoi vedere che è stato un gentile omaggio del bravo “Mao”?



Oltre al buio ... la nebbia!
Mao, chi è costui? Sono anni che corriamo assieme e solo ora mi accorgo che in lui vi sono “nascoste” due distinte personalità, un vero Dr Jekill e mr Hyde della corsa! La trasformazione avviene quando Dario indossa il pettorale di corsa! Non è possibile che domenica scorsa alla Mezza di San Gaudenzio corresse con passo veloce e sciolto, mentre ieri aveva la corsa di un bradipo. Sono sicuro che se ieri avesse indossato il pettorale, per sua stessa ammissione, non avrebbe avuto problemi nel correre veloce. Spero proprio che in un futuro prossimo non proponga che anche nelle camminate FIASP, organizzazione della quale è un dirigente, sia reso obbligatorio correre indossando il pettorale.
Come dice il motto del mio blog, “Cammino per conoscere, scrivo per ricordare”, vedremo se anche il prossimo anno sarà la stessa storia!
Ricordare! Ecco che anche una corsa può essere di aiuto per questo. I “100 passi” a cui si fa riferimento nella denominazione della gara si riferiscono alla distanza che divideva la casa di Peppino Impastato da quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti.

“Tra la casa di Peppino Impastato e quella di Gaetano Badalamenti ci sono cento passi. Li ho consumati per la prima volta in un pomeriggio di gennaio, con uno scirocco gelido che lavava i marciapiedi e gonfiava i vestiti. Mi ricordo un cielo opprimente e la strada bianca che tagliava il paese in tutta la sua lunghezza, dal mare fino alle prime pietre del monte Pecoraro. Cento passi, cento secondi: provai a contarli e pensai a Peppino. A quante volte era passato davanti alle persiane di Don Tano quando ancora non sapeva come sarebbe finita. Pensai a Peppino, con i pugni in tasca, tra quelle case, perduto con i suoi fantasmi. Infine pensai che è facile morire in fondo alla Sicilia.” (Claudio Fava, “Cinque delitti imperfetti”, Mondatori 1994, p.9)

Ecco come una semplice corsa molte volte possa offrire una spunto per pensare e riflettere!



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