lunedì 20 aprile 2015

Bentornato Giuliano!

Per una volta imbarazzo per la scelta del titolo del post riguardante la 16a edizione della “Maratona S. Antonio”, forse più conosciuta come Maratona di Padova. Il titolo poteva essere “16 per 62!”, con evidente riferimento ai 62 atleti che avevano corso tutte le prime 15 edizioni della maratona, oppure “Padova 2015 copia Milano 2014”, con riferimento all'assenza di alcuni spugnaggi lungo il percorso. Altra possibilità offerta dal comportamento dei pacers, (almeno quelli delle 4h30'): “Basta pacers che corrono solo per se stessi”... Ecco, avete visto quanta abbondanza. Ho scelto un titolo “positivo”, come poteva essere quello dei 62 affezionati alla gara patavina, ma ho preferito salutare il ritorno di Giuliano alla gare di maratona dalle quali era assente da circa otto anni. È stata per Giuliano, secondo le sue parole, una seconda rinascita; non solo ha terminato la gara in ottime condizioni, ma si è pure tolta la piccola (?) soddisfazione di terminare sotto le sei ore e per uno che ha deciso di camminare tutta la gara è un tempo decisamente buono.

È pur vero che il nostro amico ha terminato in anni recenti pure un paio di 100 chilometri, ma tagliare il traguardo di una maratona ha sempre un suo fascino: non è forse definita la regina delle gare? Sono sicuro che vedremo ancora Giuliano tagliare altri traguardi di altre maratone... unica condizione che si è posto è che il tempo per terminarla sia di 7/8 ore; di sicuro impiegherà un tempo minore, ma non dovrà correre, pardon camminare, con l'assillo del tempo finale.
La gara di ieri ha visto al via 62 atleti che hanno disputato tutte le 15 precedenti edizioni. Io ero uno di quelli, per cui capite bene come sia affezionato a questa gara. Ma voler bene a qualcuno o a qualcosa non implica che si debba far finta di non vedere alcune imperfezioni o storture; anzi, sono del parere che appunto perché si ama qualcosa o qualcuno si debba sottolineare e segnalare ciò che non va, per far sì che in tempi successivi tutto proceda per il meglio. Ieri nella maratona gli spugnaggi erano tre e non i classici sette, come prescrivono le regole FIDAL. Se la gara si fosse svolta mese di dicembre, non avrei avuto
Pecore Nere...
capelli bianchi!
nulla da obiettare, in quanto le regole precisano: “... in relazioni alle condizioni atmosferiche...”, ma sappiamo tutti bene che ieri solo la presenza del vento, che certo ha dato in alcuni tratti fastidio, ha reso accettabile l'assenza di alcuni punti di spugnaggio. Se ci fosse stato il tempo atmosferico che abbiamo trovato nella prima edizione, sono certo che medici e paramedici avrebbero avuto il loro bel da fare. Non capisco questa mancanza: i punti di spugnaggio erano ben evidenziati lungo il percorso e devo dire che è la prima volta che si verifica tale anomalia. Per quanto riguarda i pacers (prometto: non ritornerò più in avvenire su questo argomento), devo dire che sono particolarmente sfortunato, in quanto quelli “birichini” li trovo sempre io. Sono quelli delle 4h30”. Ho corso con loro fino al 22° chilometro, poi sono rimasto attardato. Nessun problema: non ho bisogno di qualcuno che mi detti il ritmo... l'importante è arrivare. Però erano sempre in vista, questo per la particolarità del percorso della maratona: strade larghe e curve quasi assenti. Questo mi consentiva di calcolare, in base al distacco, il mio tempo presunto d'arrivo. Visto che il distacco era di circa 7/800 metri, il tempo finale avrebbe dovuto essere di cinque minuti dopo le 4h e 30”. Ma ecco che negli ultimi chilometri avviene un miracolo: riesco a recuperare ben otto minuti. In realtà io non ho aumentato; sono i pacers che hanno fatto surplace e si sono quasi fermati. Di sicuro avranno terminato nei tempi stabiliti, ma sono giunti soli. Una domanda: è questo l'obiettivo che devono raggiungere i pacers? Lascio la risposta al lettore.
Ecco, detto con il cuore, quello che secondo me non è andato per il verso giusto; piccole cose, che sono enormemente inferiori alle cose positive della gara. Ottimi i ristori, non solo per la qualità e la quantità dei rifornimenti, ma per la cura con la quale venivano messi a disposizione degli atleti. Non enormi montagne di frutta tagliata: le arance con il passare del tempo vengono cotte dal sole e le banane tagliate in pezzi e già sbucciate diventano una massa informe. Sui tavoli invece giuste quantità di “frutta fresca”, con il risultato di essere più appetibili e più... igieniche. L'area dei rifornimenti era continuamente tenuta pulita e sgombra dai rifiuti, il che rende non solo più sicura la gara, ma anche più gradevole agli occhi il precorso. Pubblico sempre numeroso (almeno per gli standard delle maratone corse in Italia) e sempre pronto a lanciare una battuta ed un incitamento; bambini che gioiosi e sorridenti danno il “cinque”. Come gli altri anni, centinaia di bandiere tricolori hanno salutato il gli atleti lungo il percorso. Potrei dilungarmi oltre, ma rischio di ripetere quanto già scritto gli altri anni, per cui evito a voi una (forse) noiosa lettura e a me una sicura ripetizione.
In ogni caso, non preoccupatevi: inserisco a fondo pagina i vari link; per cui, se volete...

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... la scritta sulla corriera sembra essere fatta apposta per i ... fedelissimi della Maratona

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