mercoledì 11 marzo 2015

Il vuoto alle nostre spalle

“ … ha fatto il vuoto alle sue spalle...” sono certo che alcuni di voi ricorderanno certamente questa frase che il grande commentatore di gare ciclistiche di molti anni fa, Adriano De Zan, usava per indicare l'uscita dal gruppo di un ciclista o di un ristretto gruppetto per involarsi verso il traguardo per vincere, oppure solo per tentare di vincere, la gara. Erano gli anni delle radiocronache dove il radiocronista doveva sopperire con le parole a quello che l'ascoltatore non poteva vedere. Ecco quindi che non avere nessuno alle spalle, avere il vuoto appunto, è sempre stato collegato alle prime posizioni. Ma si sa che noi Runners Bergamo siamo tipi un po' speciali, per cui è vero sì che alle nostre spalle c'era il vuoto, ma era il vuoto assoluto, il nulla, insomma con noi terminava la fila... eravamo gli ultimi.
“Noi chi?”, giusta la vostra domanda. In coda al gruppo c'eravamo io, la “Pecora nera”, Lino, “il Pellegrino”, e Rosario, “Cane Pastore”... sì, ma bergamasco.


Quando noi giungevamo in punti strategici, il gruppo principale era già sul luogo da qualche minuto ed al nostro arrivo non ci lasciava neppure il tempo di prendere fiato che già ripartiva in.una lunga, colorata e luminosa fila.
Beh, in fondo non si trattava di una gara, ma di un “allenamento di gruppo”. Ma che tipo di allenamento? Quando ci si allena non si dovrebbero fare lavori
specifici? Andature diverse per ogni tipo di atleta? Che senso ha aspettare gli ultimi, procedere in gruppo, “omogeneizzare” le andature? Ecco, avete centrato il problema! Anche qui c'è un lavoro specifico da fare, un risultato da ottenere, un risultato che secondo me giova più al cuore che alle gambe. Preciso che usando il termine “giova più al cuore” non intendo allenare la capacità del muscolo di pompare più sangue nel corpo dell'atleta, ma la capacità del “cuore” (inteso in senso lato del termine) di essere più aperto verso gli altri. Ecco quindi che il correre diventa l'occasione per conoscere il compagno di squadra e per vederlo con altri occhi. I più veloci sapranno vedere ed apprezzare qualità di atleti più lenti, capire le loro difficoltà. I più lenti potranno conoscere di persona atleti che giungono al traguardo molto prima di loro e si accorgeranno che questo loro modo di correre è dovuto a molti sacrifici e rinunce, potranno anche copiare alcuni loro segreti per potersi migliorare. Lo scopo è quello di conoscersi, di vedere nel compagno di squadra prima la persona e poi l'atleta. Sono convinto che questo allenamento in pochi lo fanno. Per dovere di cronaca segnalo che i “Fò di pe” sono anni che con le loro corse della “Luna piena” usano questo allenamento, anzi, essendo ormai specializzati, hanno a fine allenamento un simpatico “terzo tempo”.
Chi oggi ha tratto maggior beneficio da questo allenamento fuori dal comune? Credo che sia stato Sergio. Eccolo infatti diventare “piccolo” e quasi commuoversi nel ricordare e raccontare episodi della sua infanzia che l'hanno visto protagonista sulle strade del tratto finale. “Ecco, qui mi sono sbucciato le ginocchia cadendo dallo skateboard” … “In quel gruppo di rovi ci sono entrato in pieno con la bicicletta...” … “Questo è stato il mio asilo...”. Riaffiorano nella memoria ricordi lontani, ricordi fatti di amicizia e di “piccole” persone. Piccole persone che si incontravano realmente per giocare assieme con piccole cose, non come adesso che si “incontrano virtualmente” con costosi apparecchi multimediali, che spersonalizzano le persone. Le piccole cose di allora erano magari le biglie e questo fa ritornare alla mente del nostro amico Rosario, quando queste diventavano per la sua abilità nel vincerle ai compagni una piccola fonte di rendita, in quando da giocatore si trasformava in venditore.
E mentre i figli giocavano felici nelle aie dei paesi o nei cortili delle città, i genitori ascoltavano le radiocronache del giro d'Italia: “Ecco, siamo i vista del traguardo e il corridore … ha fatto il vuoto alle sue spalle...”.
Sull'onda dei ricordi siamo tornati al punto di partenza. Ora il vuoto è riempito dal vocio dei compagni. Un grazie a tutti i partecipanti, un grazie a chi ha organizzato... ed un grazie particolare al “Cane pastore” che, fedele al suo impegno, ha portato all'ovile l'ultima “Pecora nera”!

Per la cronaca, anche noi abbiamo il nostro terzo tempo, organizzato come sempre dal “Mister”. Certo, non siamo ai livelli dei Fò di Pe... ma ci stiamo arrivando!



Maggiori dettagli: Corsa serale ai piedi di Città Alta e Maresana (vedi)

_____________________________
(*) Immagine titolo, se volete approfondire:  
Il volume presenta la storia di un gruppo di alpinisti con a capo Ettore Castiglioni, figura chiave dell'alpinismo tra le due guerre, che mette a repentaglio la vita ogni giorno per … (vedi altro)
 



Nessun commento:

Posta un commento