lunedì 26 gennaio 2015

Il vento fa volare certezze

Ieri trasferta in quel di Novara per la 19a edizione della “Mezza Maratona di San Gaudenzio”, gara competitiva organizzata dal Comitato Provinciale UISP di Novara e da DJ Running Team Novara.
Subito un paio di mie considerazioni sulla gara. Una caratteristica recente di questa gara è che non fa parte del circuito FIDAL, ma è sotto l'egida UISP. Questa è una circostanza abbastanza rara qui da noi, mentre è più usuale in regioni tipo Toscana ed Emilia Romagna. Ritengo questo un fatto molto positivo, in quanto si tenta si spezzare il monopolio delle gare competitive targate FIDAL. Per gli atleti questo comporta qualche piccolo inconveniente (ad esempio consegnare fotocopia del certificato medico al ritiro del pettorale di gara); per le società un risparmio sul costo totale organizzativo che si riverbera in un minor costo della quota di iscrizione per il singolo atleta. Questo è quanto emerso parlando con un organizzatore di una gara.

Percorso quasi tutto piatto, giornata soleggiata, ma con forte vento che, per le caratteristiche del tracciato, è risultato essere contrario per la maggior parte del percorso. Il problema più grosso causato dal vento si è verificato ad un ristoro che ha avuto le tende ribaltate in un torrente e l'unico addetto, che con molta buona volontà cercava di servire te' caldo ai partecipanti, ma con scarso successo, veniva apostrofato con modi “poco gentili”. Mi scuso a nome di quegli atleti che non hanno capito che l'unico incolpevole era proprio l'addetto presente: già in condizioni normali una sola persona sarebbe stata insufficiente, con il vento poi era un'impresa titanica!
 
 
Lento, lento...
fatto ritratto ad olio!
Altra “anomalia” che ho potuto riscontrare è stata la diversa dislocazione dei ristori, che non erano posizionati ai soliti cinque chilometri: forse le regole UISP sono leggermente diverse. Da ultimo segnalo che, nonostante al ristoro finale ci fossero cassette piene di arance, queste non venivano distribuite. Ok, se le consegne avute erano di non metterle intere sui tavoli, si potevano almeno metterle a pezzi... un po' più grossi di quelli esposti. Pezzi così servono giusto giusto a guarnire un aperitivo! Una domanda mi sorge spontanea: le cassette rimaste saranno conservate per la prossima edizione della gara?
Alla partenza mi affianca Dario, che oggi non ha la divisa RB, ma quella del gruppo “Insieme con Amicizia”. Mi comunica la sua intenzione di correre per tutto l'anno con questa divisa e nel farlo si tocca il cuore ed alza gli occhi verso il cielo, come per cercare qualcosa. In realtà non cerca qualcosa, cerca qualcuno. Cerca Renzo! Nel dire questo il suo volto si rattrista un po': è sempre difficile ricordare un amico che ci ha lasciato. Partiamo. Eccoci nelle ultime posizioni. Abbiamo tutto il tempo per chiacchierare. Vorrebbe raccontarmi tutto sulla malattia di Renzo, sulle operazioni che hanno martoriato il suo corpo, sulle cure che hanno martoriato la sua mente portandolo da euforico per piccoli miglioramenti a frustrato per inevitabili ricadute. Lo fermo subito: non è così che mi piace ricordare gli amici, tanto più che non servirebbe a nulla; certi ricordi portano l'attenzione sulla malattia, non sulla persona. Ecco quindi che il ricordo di Renzo passa da gare che ci hanno visti partecipi assieme, a gare organizzate che hanno contribuito ad aggregare persone per far loro trascorrere attimi di gioia. Per un attimo mi sembra di vederlo al mio fianco per terminare il discorso iniziato circa un anno fa, riguardante il Cammino di Santiago. Forse parlo da solo... Sullo sfondo si
Beato tra le Runners!
vedono le Alpi. Dario mi indica le cime: quello è il Monte Rosa, quello più in là è il Monte Cervino. Stupendo panorama quello delle Alpi imbiancate di neve! Anche qui Renzo è in mezzo a noi. Dario ricorda la sua passione per le camminate in montagna, per la natura, per le cose semplici che forse sono le più gratificanti per persone come noi. È bello correre con Dario, pecora nera aggiunta, abbiamo le stesse idee riguardo la corsa, vediamo e cerchiamo solo le cose che possono unire e non quelle che creano divisioni; non guardiamo la maglia della società sportiva che uno indossa, ma la persona che è “dentro” quella maglia. Sembrerebbe una cosa logica cercare l'amico e non il “tesserato” tra gli atleti, ma non sempre è così, per cui giudizio negativo sul comportamento di persone vicine, soprattutto al “Mao”, che negli atti e nei fatti si comportano in modo che, per non offendere nessuno, definisco “poco chiaro”. In questo Dario vede quasi come un fallimento personale, cosa che naturalmente non è affatto così! Lasciamo i nostri pensieri vagare nell'aria. Aria, anzi vento turbinoso che rallenta la nostra gara. Ecco, stacco di qualche metro Dario, oggi “... non in forma” (sono sue parole). La gara affronta ora l'unica salita in un percorso piatto e Dario ne approfitta per operare un sorpasso a doppia velocità! Il vento fa letteralmente volare la mia certezza di tagliare il traguardo davanti a Dario, che “... oggi non era in forma”.
Vabbè, sarà per la prossima volta!


 

2 commenti:

  1. come racconti tu la vita ,non la racconta nessuno..un grosso abbraccio...Mao

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  2. grande fausto ci sei riuscito a descrivere renzo ancora una volta!!! cla rb

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