domenica 14 settembre 2014

Lo yo-yo ed il mistero del Campanile...

Finita l'estate si sta riunendo il gregge delle Pecore Nere, per svernare assieme in qualche località di montagna, direte voi. No, dico io, per raggrupparsi in qualche località dove si corrono maratone. Già da domenica prossima il gregge sarà al completo, anzi con una nuova pecorella … il Mao, per la maratona delle Acque... ma questa sarà una nuova storia tutta da scrivere, pardon, da … correre.
Oggi a Bergamo si disputava la Strabergamo. Sarebbe stata una buona occasione per partecipare e ricordare i tempi in cui tutta la famiglia vi partecipava; mentre io la facevo di corsa, papà con Lisa sulle spalle e Rossana a fianco di Sara ne approfittavano per una camminata per le vie di Bergamo per un giorno invase da festanti podisti e non da inquinanti automobili. Però, si sa, l'erba che cresce in città non è saporita come quella che cresce nella zona di campagna verso Crema e quindi si opta per il “26° Giro Verde”, che si disputa a Camisano.
Lunghezza giusta per preparare la maratona di domenica prossima: 28 chilometri, anzi 28.150, come precisano i cartelli e le mappe del percorso predisposte dall'organizzazione; percorso piatto e fondo accettabile. Che chiedere di più? Il percorso di gara è stato particolarmente curato: abbondanti frecce segnalano il percorso e rendono affidabile la direzione da prendere; personale su tutti gli incroci garantisce la sicurezza della corsa; cartelli chilometrici esatti (con indicazioni non solo dei chilometri, ma anche dei metri) informano sulla distanza percorsa; ristori a giusta distanza e con torte casalinghe rendono golosa la sosta. Beh, le torte le abbiamo evitate... siamo o non siamo “pecorelle smarrite”?
Passa il tempo, passano i chilometri... ecco sullo sfondo il campanile di Camisano! Uhmm, mi sembra troppo vicino! Beh, nulla di male, anche se un po' più corta la gara rappresenta sempre un buon allenamento. Ma, ma … perché si gira a sinistra? Acc... solo il percorso delle distanze più corte “punta” verso il campanile. Piano piano il campanile si allontana sull'orizzonte. Ora la vegetazione lo nasconde alla nostra visuale. Passano i chilometri, passa il tempo: ecco di nuovo il campanile... ora penso si andrà verso di esso e verso la fine della gara... infatti è cosi... per un po', poi un'altra curva del percorso ci allontana nuovamente dalla agognata fine; nel frattempo la schiena ha iniziato a lamentarsi. I chilometri sono passati ed il tempo è trascorso, il campanile è riapparso... ora puntiamo decisamente verso di esso. Campanile sempre più vicino, campanile sempre più maestoso. Ora siamo sotto di esso... non è finita ancora, un paio di centinaia di metri prima del traguardo... il tempo per ammirarlo da tutti i lati.
Ecco, l'ultimo tratto del percorso mi è sembrato come uno yo-yo: ci sono, non ci sono...
Alla fine ci viene incontro il leone di Treviglio, sì, “Leo”: un brivido di terrore percorre le nostre schiene, forse vuole mangiare due pecorelle, ma appena ci raggiunge e, visto che non siamo tenere pecorelle (nere) ma vecchi caproni, desiste... si accontenterà di una foto in nostra compagnia!
 
Il "Leo" tra le "pecorelle"
 

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