lunedì 7 luglio 2014

Il passato è passato?

Ho aspettato un giorno per scrivere questo post. Non che non avessi idee sull'argomento, ma mi è risultato difficile trovare le parole. Nella scelta del luogo nel quale correre la nostra gara domenicale è stato fondamentale il feeling che mi lega a Fara Gera d'Adda. Là abita il mio amico Alfonso; là in un luogo appartato riposa, da qualche mese, il lungo sonno Paola. Eccoci quindi di buon mattino lungo il fiume Adda, dove partiva la 1a edizione della “Strafara”, organizzata dal gruppo Podisti Faresi AVIS AIDO. Il mio sguardo vagava alla ricerca di Alfonso: non poteva certo mancare in una gara che in tempi remoti lo ha visto tra gli organizzatori del suo paese, in qualità di tecnico addetto al percorso. Certo, altro comitato e gruppo organizzatore, ma pur sempre stesso paese.

Nessuna traccia dell'amico. Parto quindi in compagnia di Fausto e di Dario... il “Mao”. Siamo tutti acciaccati, cosa abbastanza normale vista l'età, ma questo non ci impedisce di correre … lentamente la nostra gara domenicale. Giornata ideale per correre: temperatura fresca, percorso piacevole e compagnia ottima. Presto la nostra compagnia diventa orfana di Fausto che piano piano si allontana e presto è solo un puntino all'orizzonte. Bene, vuol dire che i suoi acciacchi se non migliorati almeno non sono peggiorati. Dopo poco sento un sonoro “Ciao, come mai così piano?”. Ecco, Alfonso ci ha raggiunti, il suo passo è veloce come sempre. Spero che rallenti così avremmo occasione di parlare un po'. Argomenti per chiacchierare ce ne sarebbero molti. Non è così. Dopo pochi metri Alfonso è già lanciato verso il traguardo. Rallento... no, Mao, non sto mollando, ho bisogno di un attimo di solitudine. Guardo il cielo, guardo le nuvole in cielo, nuvole che sembrano formare un volto conosciuto con uno sorriso sereno. Sarà la suggestione, ma ravviso tra le nuvole un volto conosciuto, il volto di una persona con la quale abbiamo condiviso molti momenti sereni. Ciao, Paola!
Ecco, rimanere solo per qualche minuto e vedere Alfonso che si allontana senza poter rivivere alcuni di quei momenti mi fanno riflettere: “Il passato è passato!”.
Raggiungo Mao e continuiamo la nostra corsa.
Come dicevo all'inizio, il percorso è molto suggestivo: strade di campagna in mezzo a campi coltivati, tratti lungo l'Adda e sull'alzaia di canali ricchi di storia. Storia che racconta di fabbriche e di padroni illuminati. Invito chi legge questo post e non conosce la zona a prendersi un lasso di tempo per passeggiare lontano dal traffico in queste zone. Sono sicuro che avrà piacevoli sorprese.
 
Un ... bel ristoro!
Verso la fine un colpo di scena: io e Mao riusciamo a superare “ben” due persone: marito e moglie. Siamo contenti: in fondo possiamo considerarci ancora “atleti in forma”. Questo finché il marito, dopo essere stato superato, ci avverte: “Attenzione, non siete ancora arrivati!”. Ecco, la nostra sicurezza viene meno. Corriamo gli ultimi chilometri con l'angoscia di essere superati! Ecco il ponte prima del traguardo.
Ancora davanti, ormai la gara sta per finire e noi ci sentiamo campioni! Scherzi a parte, ringrazio la coppia, con la quale abbiamo avuto una scambio di parole dopo l'arrivo, di essersi prestata con gioia a questo nostro modo di interpretare le gare: correre sempre con il sorriso, senza nessun obbligo verso il cronometro e, quando parliamo del tempo, intendiamo quello meteorologico!
 
Forza, forza il traguardo è vicino. Alla prossima ... ragazzi!
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento