domenica 30 marzo 2014

Dal ventre piatto alle maniglie dell'amore...

...con un po' di pancetta. Ecco in estrema sintesi il cambiamento fisico più evidente dal 1977, non solo per me, ma per quasi tutti i miei coetanei, questa è la caratteristica fisica che ci accomuna. Ma perché questo riferimento? Il legame è dato dalla gara che ho corso oggi: la non competitiva denominata “Trittico delle Tartarughe”, giunta alla trentottesima edizione, ed organizzata dal gruppo sportivo “le Tartarughe”, che fu il mio primo gruppo sportivo. Allora la gara organizzata si chiamava “U gir inturen a l'aeroport”. La lunghezza del percorso di gara è molto simile: 31 chilometri oggi, 30 allora. Era la prima volta in cui correvo una distanza che allora mi sembrava lunghissima.
Oggi ho fatto una scoperta sconvolgente: non solo le persone con l'avanzare dell'età mettono su qualche curva, ma anche i percorsi di gara hanno questo difetto. Se allora noi giovani atleti avevano un ventre piatto, anche la gara era un bel “piattone” nella zona bassa della periferia di Bergamo; infatti il percorso si snodava nei pressi dell'aeroporto, allora solo militare. Oggi che le nostre linee sono più morbide... causa qualche chilo in più, anche il percorso presenta delle linee sinuose con salite che toccano sì i punti più caratteristici di Bergamo, ma tutti nella parte alta!
Tempi passati, ricordi attuali.
Anche allora facevo parte di un gruppo che si muoveva in autonomia, rispetto alla maggioranza degli altri atleti; anche allora coma oggi si cercavano gare con un particolare fascino o storia alle spalle; insomma, anche allora eravamo delle “pecore nere”. Variegato era il gruppo e con caratteristiche ben precise. Vi era Giovanni, vecchio saggio, capo indiscusso del gruppetto. Non correva, ma aveva un passo svelto e sicuro. Prediligeva gare medio lunghe con molta salita. Ferruccio, il più veloce e sempre in competizione con Mario, che oggi definiremmo un ultra maratoneta. Già in quegli anni correva la “Tagliamento”, gara ora non più in calendario, la cui lunghezza era di 177 chilometri. Ferruccio era più veloce in maratona, Mario più resistente nelle gare lunghe. Da ultimo c'ero io, che ero il giovane della compagnia. Facemmo gruppo per molti anni. Da loro ho appreso molto, soprattutto il rispetto per tutti gli atleti, non solo per i più veloci, ma soprattutto per i più lenti. Sono stati, soprattutto Giovanni, maestri di “corsa” e di vita.
Stessi visi, anche se con qualche ruga in più e con capelli non più corvini, ma di un bel colore cenere, hanno reso possibile questa gara. Renzo, che ha coordinato come sempre la gara; Dario, coordinatore dei ristori; il “Mao”, che ha reso “sinuoso” il tracciato: credo che non abbia tralasciato nessuna salita, che conduce dalla Città Bassa alla Città Alta.
Ma veniamo alla gara di oggi. Assente Fausto, impegnato a Seregno, ho corso con il “Ferdi”. Complice un suo problema, è stato costretto a correre in mia compagnia... ma quando il tracciato saliva, io restavo in retroguardia.
Mario, Giovanni, io e Mario
- 1977 -
Verso metà gara ecco sopraggiungere alcuni nostri top: Giovanni, Stefano e Miki. Loro sono oggi quello che Ferruccio e Mario erano allora: fieri avversari sempre in lotta tra di loro, il cui obiettivo principale è battere gli altri due più che altri avversari!
Ultima parte di gara: praticamente corsa in solitaria, pochi partecipanti. Certo vi erano altre gare in provincia, ma evidentemente la corsa bergamasca ha perso in po' di appeal. La conferma di questa ultima osservazione l'ho avuta all'arrivo. Anni indietro, l'oratorio era affollato non solo dagli atleti, ma anche da familiari, almeno fino alle due del pomeriggio. Ricordo mio papà che badava felice alle due nipoti che giocavano allegre nel campo sportivo, in attesa del mio arrivo.
Oggi solo pochissime persone si attardavano presso il ristoro, forse aspettavano qualche amico ritardatario.
Questa situazione mi ha reso un po' triste... e, mentre piano piano mi recavo al parcheggio, mi sono venuti in mente i pensieri che ho scritto in questo post...


Nessun commento:

Posta un commento