martedì 7 gennaio 2014

Fabio, un pacer per tutte le stagioni...

Credo che tutti i frequentatori abituali di questo blog sappiano chi siano i pacer in una maratona: sono degli atleti, esperti, che si mettono a disposizione di altri atleti, alla prime armi, per favorire, aiutandoli con consigli e mantenendo un passo costante, il raggiungimento di un obiettivo temporale definito, ad esempio le 3h 30'. Generalmente gli atleti che hanno questo compito scelgono sempre il tempo finale più consono alle loro caratteristiche agonistiche, in pratica sono degli abitudinari. Può capitare, magari, che in una maratona ci siano moltissimi pacer delle 4 ore e nessuno delle 3h45' o della 4h15'. Questo non succede se tra i pacer vi è Fabio. Il suo motto, “Sono qui a disposizione”, è sempre una garanzia per gli organizzatori; per loro vi è la certezza di non avere “buchi”. Beh, per ora però non chiedetegli di fare il pacer delle 2h30'; per questo dovete aspettare un po', ma, a proposito, esistono i pacer per quel tempo? In attesa di risolvere questo dilemma e quello della preparazione di Fabio per questo ruolo, faccio presente che ieri gli è toccato, alla 3a Maratona di Crevalcore, il tempo delle 4 ore.
Eh sì, da quando non si fa più la Maratona sul Brembo, il 6 gennaio sono qui a Crevalcore... con il fisico, ma con la mente no! Sono rimandato continuamente lungo le sponde del Brembo, e chi “Mi ci manda...” sono amici che in corsa mi rimproverano, amichevolmente (?) di non aver più fatto svolgere la maratona.
Ecco, siamo partiti; non abbiamo ancora completato il giro di pista che qualcuno mi dice: “Certo che i 20 giri del parco (Callioni n.d.a.) erano tutti un'altra cosa; qui abbiamo già finito il divertimento!”. Non riconosco l'altleta, ma la sua maglia sì: è di un gruppo bresciano.
Verso metà maratona vengo raggiunto da “Befano” Libero: “Oggi qui c'è il sole e si corre bene, ma avrei preferito correre ancora la Maratona del Brembo sotto quella stupenda nevicata di qualche anno fa”. Che dire? Gli ricordo solo che non era la maratona “del” ma “sul” Brembo!
Ormai corro in solitaria gli ultimi chilometri; verso il trentottesimo chilometro supero (sì, avete letto bene, supero!) un atleta di Bologna. Anche qui sono per“seguito” dalle sue parole: “Certo che noi ultimi quando correvamo la tua maratona non eravamo mai soli!”. Lo saluto, mentre mentalmente faccio queste considerazioni: “Beh, proprio ultimi non siamo e poi non era la mia maratona, ma quella dei Runners”.
"Sir Marathon", "The PeaceMaker",
"Birra Media" & "Lo Zio"
A gara finita, mentre stiamo gustando un bel piatto di pasta, ci pensa Paolo a riportarmi verso casa, o meglio alla Casa degli Alpini, con un “Ti ricordi come era gratificante mangiare un bel piatto di minestrone caldo, dopo aver mangiato tanto freddo?”. Eh sì, oggi siamo comodamente e “largamente” seduti e stiamo mangiando una bella pastasciutta (in quasi tutte le gare è così), ma forse proprio per questo sembrano tutti uguali i pasta party e quindi facili da dimenticare. Mangiare, sicuramente più scomodi, ma un piatto un po' fuori dalla norma per un dopo maratona fa sì che questo rimanga più impresso nella mente.
Mentre stiamo consultando la classifica, sempre Paolo, ricorda: “I diplomi scritti a mano con stupenda calligrafia... che sono appesi sulla parete di casa mia!”. Questa era un'altra caratteristica della Maratona sul Brembo.
Come avete visto, ci sono molti amici che con un ricordo “vivo” della nostra “morta” maratona mi hanno fatto sentire aria di casa. Quello che io mi auguro è che la nostra maratona, la maratona dei Runners, torni ad essere una cosa “viva” e che io possa commentarla giungendo “morto” (in senso metaforico!) al traguardo.
Un cenno alla Maratona di Crevalcore, che ieri ha spento la terza candelina. Il percorso ripercorreva in senso inverso, con qualche piccola modifica, il tracciato degli anni precedenti. Essere qui, ha anche un senso di vicinanza alla popolazione del luogo colpita lo scorso anno dal dramma del sisma. Oggi si vedono ancora le ferite del terremoto, ma rispetto allo scorso anno sembra che pian piano tutto stia tornando alla normalità. Mi è capitato di scorgere, correndo, persone che stavano lavorando per rimettere in sesto alcune case rurali. Credo che siano delle persone che approfittano delle giornate festive per questo tipo di attività. Spero che il prossimo anno queste persone possano essere ai bordi delle strade per vedere i corridori passare!
Generalmente non commento il contenuto del pacco gara, ma credo che questa volta mi dissocerò da questa mia abitudine. Penso che questo non debba essere “pesante” per valere, per cui più cose metto più vale. Non è così. Poche cose, magari prodotti del territorio. Per cui ritengo del tutto inopportuno, trovare nel pacco gara prodotti … scaduti!



© Foto Fausto Dellapiana 2014

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