venerdì 27 settembre 2013

Orgoglioso di essere Italiano!

Una breve premessa: mi piace far sapere che sono Italiano, quando vado all’estero per correre. Infatti ho “marchiato” i miei capi di abbigliamento, sia quelli di gara che quelli di rappresentanza, aggiungendo al logo dei Runners Bergamo una bandierina tricolore. Per ovvi motivi, quando devo camminare, il simbolo, in forma di bandiera tricolore, è portato sullo zaino. Il fatto di essere subito riconosciuto come Italiano, se da un lato è fonte di simpatia dall’altro presenta il rischio (uhmm... la certezza) di subire delle battute non troppo edificanti sulla classe politica italiana ed in particolare su chi in questi ultimi anni è stato un nostro rappresentante. Ma non importa.
Ritorniamo al titolo del post. Perché questa affermazione? Oggi, nella nostra camminata del giovedì, abbandonate le piste ciclabile della Val Brembana e della Val Seriana, ed accantonati pellegrinaggi casalinghi, abbiamo percorso un tratto dell’alzaia del fiume Adda, nel tratto che da Trezzo d’Adda arriva fino a Porto d’Adda.
Ebbene scoprire le opere dell’ingegno e della tecnologia italiana del passato lungo questo tratto di fiume mi ha fatto sentire orgoglioso di essere italiano.
Alla partenza ecco la centrale elettrica di Trezzo, ora di appartenenza dell’ENEL, fatta costruire da Cristoforo Crespi, sì proprio quello del Villaggi Crespi, il quale volle che l'impianto fosse ben inserito dal punto di vista ambientale e non contrastasse con i resti del castello visconteo.
Il progetto fu affidato all’architetto Gaetano Moretti, che utilizzò come materiale di costruzione la famosa pietra del luogo, denominata “ceppo d’Adda”. Non mi dilungo in altre spiegazioni; credo che le foto diano ampia documentazione del buon esito dell’operazione, tutt’ora molto attuale.
Centrale idroelettrica Taccani, sullo sfondo il castello di Trezzo d'Adda
Proseguendo lungo l’alzaia, ci siamo immersi nell’Ecomuseo dell’Adda. Eccoci proiettati indietro nel tempo di circa 500 anni rispetto alla centrale di Trezzo. Si cammina accanto al canale, una volta navigabile, dove Leonardo migliorò il sistema di chiuse. I numerosi pannelli esplicativi consentono di abbinare un sano camminare ad un sano sapere. 

Centrale idroelettrica "Esterle"
(particolare)

Lungo l’Adda non ci si muove solo nello spazio, ma anche nel tempo. Rieccoci all’inizio del secolo scorso. Altra centrale idroelettrica, con le sembianze più di una villa che di un edificio industriale: la centrale “C. Esterle”, data 1914 e con stile eclettico lombardo e con pavimenti a mosaico. Stupenda. Si cammina in tutta tranquillità ancora per qualche chilometro. Una nuova centrale elettrica si presenta ai nostri occhi: la centrale idroelettrica “A. Bertini” (anno 1898). Qui, oltre alla bellezza architettonica, forse meno ricercata della precedente, ma ottimamente inserita nell’ambiente, si ha anche la potenza. In quegli anni era la più potente centrale Europea e seconda solo a quella delle cascate del Niagara.
La nostra camminata “controcorrente” lungo il fiume Adda sta per concludersi, almeno per oggi. Un’ ultima bella sorpresa: il santuario di Santa Maria della Rocchetta, posto a picco sull’Adda. Su questo piccolo promontorio nel corso dei secoli si sono avvicendati soldati, nel periodo in cui vi era un piccolo castello con tanto di torre, briganti, quando il tutto fu abbandonato per un certo periodo e frati eremitani di S. Agostino... oggi noi.

Centrale idroelettrica "Bertini"
Non mi dilungo nel descrivere nei particolari questi luoghi, lasciando al lettore la possibilità di scoprirli, magari prima in modo virtuale sulla rete, in un secondo tempo nella realtà.
Chiusa leonardesca
Il nostro viaggio sicuramente proseguirà lungo questo fiume, almeno fino ad Imbersago (per la verità avrebbe dovuto essere la nostra meta finale di oggi, ma non avevo fatto bene i compiti studiando con attenzione la lunghezza del percorso!) e sono certo che non mancheranno le sorprese.
Santa Maria della Rocchetta
Le notizie che si sovrappongono sui giornali in questi giorni (vendite di società, dimissioni preannunciate, tasse che vanno, tasse che vengono, etc. etc.) sono in parte messe in sordina al pensiero di quello che siamo stati capaci di creare e di fare, in tempi anche abbastanza recenti, e mi danno la speranza che presto riprenderemo ad essere un modello per il mondo intero, non facendoci più “vergognare” di essere Italiani!





Fiume Adda: panorama a Trezzo


















© Foto Fausto Dellapiana & Azzola Rossana 2013

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