lunedì 10 dicembre 2012

Maratona di Reggio Emilia: presente... da sempre!

Ad ogni inizio anno, generalmente, quasi tutti i maratoneti si pongono un obiettivo: chi migliorare il proprio personale, oppure abbattere il proprio “muro” (non importa se questo muro sia rappresentato dalle “tre” o dalle “quattro” ore), oppure correre un determinato numero di maratone in un anno oppure, più semplicemente, intensificare gli allenamenti.
Anche io mi pongo un obiettivo, anzi l’obiettivo, che è quello di essere presente e naturalmente portare a termine la maratona di Reggio Emilia e devo dire che fino ad ora ho sempre “centrato” questo mia traguardo.
Lo scorso anno forse è stato l’anno in cui questo proposito è stato più vicino al fallimento: problemi ad un piede mi impedivano di correre senza soffrire, ma la certezza che avrei trovato Paolo al traguardo, oltre alle sue “amorevoli” insistenze, mi avevano convinto a tentare la sorte. Sapevo che comunque fosse andata la mia gara, lui sarebbe stato al traguardo ad attendermi e sempre con il sorriso.
Non so dire perché ci tenga particolarmente a partecipare alla maratona di Reggio Emilia.
Sarà forse perché ho corso le prime edizioni della maratona con Alfonso, mio compagno di squadra nella precedente società, anzi più che compagno da sempre amico.
Sarà perché l’unica foto che i miei genitori avevano appeso in cucina, da sempre il centro della casa, era quella in cui correvo la prima edizione: vederla praticamente quasi tutti i giorni era un promemoria che non passava inosservato.
"Sir Marathon", "Greg" & "Lo Zio"
i tre senatori Runners Bergamo!
Sarà perché sono subito entrato in empatia con Paolo, l’organizzatore della maratona; questo è dovuto ad un fatto cui ho assistito in una delle prime edizioni. Ci stavamo recando alla macchina per il ritorno a casa quando abbiamo visto un omino che, sotto l’acqua, spostava transenne e ritirava materiale... non ci crederete, ma era Paolo.
Sarà perché tutti gli atleti, sia i “top runners”,  sia gli “slow runners” sono trattati alla stessa maniera. Il primo e l’ultimo hanno le stesse attenzioni.
Sarà perché sui ristori trovi sempre il the caldo ed agli spugnaggi la possibilità di avere la spugna (ricordate la pubblicità di una nota marca di acqua minerale): asciutta, bagnata fredda o bagnata tiepida.
Sarà perché qui trovo sempre Roberto Brighenti, che appena mi nota dal palco, ha degli ottimi apprezzamenti, non solo sulla mia persona, ma sul gruppo al quale appartengo, i Runners Bergamo. Una piccola parentesi sugli speaker delle gare. Brighenti, ma anche Marescalchi e Rossi, riescono a mantenere vivo l’interesse della gara per cinque o sei ore. Questo è frutto di preparazione e passione, ma citando una famosa frase di Roberto, “... questa è tutta un’altra storia” (e magari un altro post!).
Sir Marathon & Paolo "The Boss"

Sarà perché se arrivi non sudato (cosa che “non deve” mai succedere, come direbbero alcuni di quelli che si definiscono “top”, e soprattutto gli organizzatori della maratona di Reggio Emilia), ci pensa Paolo che vedendomi non sudato, mi accoglie a braccia aperte all’arrivo e mi consegna una targa, quella degli amici della maratona di Reggio Emilia.
Questo gesto di un amico vale più di qualsiasi premio materiale.

È un gesto che mi ha fatto sudare... dagli occhi!

Alla prossima!

... ecco la targa!

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