domenica 22 aprile 2012

Maratona di Sant’Antonio: vecchi ricordi e nuove emozioni


Rieccomi sulla linea di partenza della “Maratona di Sant’Antonio”, forse più conosciuta come “Maratona di Padova”. Tredicesima edizione e ... tredicesima mia partecipazione. La “striscia” di partecipazioni consecutive è facilitata dall’organizzazione che dalla sesta edizione offre l’iscrizione gratuita alla gara a chi è sempre presente, un motivo in più per partecipare.
Per la seconda volta si corre sul percorso nuovo, ma devo dire che il cambio del percorso non ha per nulla influito sull’organizzazione. Perfetta come tutti gli anni scorsi: dai ristori, sempre forniti e con cibi solidi già dal primo, alla chiusura del traffico, puntuale e precisa, alla consegna e ritiro delle borse con il cambio. Come sempre personale efficiente, numeroso e sempre gentile (è questo il valore aggiunto!).

Dopo l’esperienza di domenica scorsa a Milano (in pratica la maggior parte degli atleti si doveva cambiare sotto l’acqua), temevo, conoscendo la zona di arrivo, di ripetere l’esperienza. Meno male che non ha piovuto, o meglio ha piovuto nelle prime fasi della gara, poi il sole ha fatto capolino tra le nuvole e ci ha regalato una bella giornata. Suggerisco all’organizzazione di pensare cosa sarebbe successo se fosse piovuto e ... cercare soluzioni per il prossimo anno.
Simone & Fausto...
in abbigliamento di ga(l)a
Come mi accade ultimamente, ho corso quasi sempre da solo. Questo non mi pesa e mi permette di pensare, o meglio di ricordare...
Ricordare. Ricordare, ad esempio la prima edizione del 2000 dove si era corso sotto un sole cocente, e visto che il tratto da Castelfranco praticamente fino all’arrivo si correva con il sole in faccia l’esito è stato che tutti ci eravamo abbronzati (meglio “bruciati”) solo da un lato.
Ricordare quando sono giunto alla partenza direttamente dal pranzo nuziale di mia figlia e per festeggiare l’avvenimento ho corso con Simone con abbigliamento non proprio da “atleta” e durante la corsa abbiamo distribuito cinque chili di confetti.
Ricordare quando ho corso vestito da “Richetto” (la spalla di mago Zurlì), grembiulino da scolaro a quadretti bianchi a blu, vestito fattomi da mia suocera pochi giorni prima che ci lasciasse per la sua ultima “maratona”, quelli che prima o poi tutti dobbiamo correre. Non volevo indossarlo, mi sembrava irriguardoso, ma poi, visto l’amore con cui l’aveva confezionato ho voluto ricordarla correndo...
Fausto & Giovanni:
chi troppo e chi nulla...
(i capelli naturalmente)!
Altri ricordi... i chilometri passano (uhmmm... non veloci, ma comunque passano).
Passo dopo passo mi ritrovo nel presente. Presente che racconta di strade pavesate con centinaia di bandiere tricolori, la cosa mi aveva già stupito lo scorso anno, ma forse era più comprensibile; lo scorso anno era il 150° compleanno dell’Italia. Quest’anno no! Trovare così tante bandiere tricolori in questa terra mi ha fatto particolarmente piacere.
Un altro abbinamento di colori ha attratto la mia attenzione: il verde ed il blu. Erano le divise di due corridori che mi hanno superato all’inizio della gara. Due divise che conosco bene. Il compito assunto da uno era abbastanza arduo: accompagnare l’altro (alla sua prima maratona) all’arrivo possibilmente con un tempo di 4 ore. Gli atleti sono di due società diverse, spesso in competizione tra loro, una sana competizione sportiva, in questo caso però gli atleti erano accomunati da una sola cosa l’amicizia, amicizia che va ben al di là della divisa indossata, amicizia o sportività che deve far vedere chi ha divisa diversa sempre un avversario e mai un nemico. (Ho controllato il tempo finale “della strana coppia”: 3h 57’ 07”, obiettivo raggiunto!).
Da segnalare un piccolo fatto che mi è capitato prima della partenza di gara, allo schieramento di partenza. Sto per entrare nell’ultima “gabbia” (termine un po’ brutto, ci fa sembrare tanti animali), diciamo nell’ultimo “schieramento”, ma l’ingresso mi è impedito da una signora che, vedendo il numero di pettorale, mi invita, o meglio mi obbliga, ad accedere negli schieramenti più avanzati. Forse bisognava spiegare che gli “schieramenti” sono fatti per evitare che atleti meno veloci siano d’intralcio ad atleti più veloci, se uno vuole partire più indietro, beh... sono fatti suoi. Tutto sommato, questo fatto mi è servito per scrivere qualche riga in più...
Al ritiro del pacco gara noto con stupore che mancano i consueti quattro tasselli della Fisher (rigorosamente nr. 5) che sono stati una costante di tutti questi anni. Ora come farò ad appendere le foto?
Anche questa edizione della “maratona di Sant’Antonio” è archiviata. Spero di essere presente anche il prossimo anno.
Cosa ricorderò di questa edizione?
Sicuramente due atleti: uno con divisa verde ed uno con divisa blu che si allontanano sempre più da me nei primi chilometri... 

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